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speciale la vostra vacanza.
Porto di Levante
Uno degli aspetti più caratteristici di Vulcano sono i suoi fanghi termali (attualmente chiusi) situati vicino al porto di Levante. Questa pozza naturale, satura di zolfo, è rinomata per le sue proprietà benefiche per la pelle e per la circolazione. Il colore grigio-verde del fango contrasta con l’azzurro del mare circostante.
A poca distanza si allunga la splendida spiaggia termale delle Acque Calde, l’acqua del mare è sempre tiepida per via delle innumerevoli sorgenti termali sottomarine. L’isola di Vulcano è un perfetto connubio tra bellezza naturale, tranquillità e benessere rigenerante.
La famosa spiaggia nera
Sempre nella baia di Porto di Levante si trova la famosa spiaggia nera, una lingua di polvere buia, considerata tra le più suggestive di tutto il Mediterraneo. Da qui partono delle imbarcazioni che raggiungono la piscina di Venere.
Vulcanello
Proseguendo lungo la costa verso nord per circa un chilometro si arriva all’istmo che collega Vulcano a Vulcanello, una penisoletta che supera di qualche metro il livello del mare creando una zona umida popolata da aironi e garzette.
Da qui, a piedi in pochi minuti, si può raggiungere uno dei luoghi più suggestivi dell’isola, la valle dei mostri.
Cratere del vulcano
Porto di Levante e seguendo la strada asfaltata in direzione Il Piano si imbocca, dopo un centinaio di metri, una stradina che si trasforma presto in sentiero. È qui che parte la passeggiata principe dell’isola, quella verso il cratere del vulcano.
Un posto che assomiglia all’anticamera dell’inferno, disseminato dai grani gialli dello zolfo, punteggiato dalle piccole bocche delle fumarole che tossiscono vapori. Seguendo il sentiero si arriva alla sommità del vulcano, a quota 391 metri: da qui il panorama è superbo e lo sguardo arriva fino alle Bocche di Vulcano, il braccio di mare che separa l’isola da Lipari.
Periplo del cratere
Continuando il periplo del cratere ci s’imbatte in grosse rocce allungate e piene di crepe, simili a gigantesche pagnotte: sono le bombe a crosta di pane, i proiettili scagliati dal vulcano durante la sua ultima grande eruzione. Percorso il sentiero al contrario e ripresa la strada asfaltata si raggiunge Il Piano, la parte più antica dell’isola.
Da questa grande area in direzione sud, stretta tra cime dai nomi che sembrano usciti da un racconto di fiabe – come la sciara dell’Orso, il timpone del Corvo e il monte Aria – comincia la parte più selvaggia e aspra dell’isola, dimenticata dagli uomini, dominata dalla natura. Le Grotte Trogloditiche sono cavità artificiali scavate ai tempi dell’età del Bronzo per farne sepolture: gli antichi abitanti delle Eolie seppellivano i loro morti vicino al vulcano che consideravano la via di collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.
Proseguendo ancora verso sud si raggiunge il mare e il piccolo abitato di Gelso, una manciata di case abbracciate al faro nuovo.